L’AUTISMO È UNO.
A questa considerazione unanime è arrivata la scienza. Dal 2013, come sostiene Acanfora, le persone autistiche si ritrovano a condividere la stessa diagnosi avendo caratteristiche diverse tra di loro.
“La comunità scientifica si è pronunciata in questi termini: l’autismo è uno. Secondo il DSM 5 e ormai anche l’ICD 11, i due manuali di riferimento utilizzati dalla comunità medica per diagnosticare l’autismo, si tratta di uno spettro che racchiude una estrema variabilità al suo interno e in cui le caratteristiche con cui si manifesta variano in quantità e in intensità da persona a persona”.
Non esistono, così, varie forme di autismo.
L’autismo è un funzionamento cerebrale presente dalla nascita, non lo si acquisisce, non è una malattia, non si guarisce, non è reversibile, non è un deficit.
È una neurodiversità.
La neurodiversità è data “dalla variabilità tra i sistemi nervosi di ogni essere umano”.
Quale è la definizione di autismo?
“La letteratura scientifica aggiornata è concorde nel definire l’autismo una condizione del neurosviluppo, insomma qualcosa con cui si nasce e che consiste in una diversa organizzazione di alcune aree del sistema nervoso, con le differenze comportamentali, sensoriali, cognitive, emotive che ne conseguono”.